La sindrome da alienazione genitoriale o sindrome da alienazione parentale (PAS, sigla dal termine in inglese Parental Alienation Syndrome) è una controversa dinamica psicologica disfunzionale che, secondo le teorie del medico statunitense Richard Gardner, si attiverebbe sui figli minori coinvolti tanto in contesti di separazione e divorzio dei genitori, definiti conflittuali, quanto in contesti di presunta violenza intradomestica. La PAS è oggetto di dibattito ed esame ― sia in ambito scientifico sia giuridico ― fin dal momento della sua proposizione nel 1985; essa non è, infatti, riconosciuta come un disturbo mentale dalla maggioranza della comunità scientifica e legale internazionale, fatta eccezione per alcune sentenze del 2010 e del 2011 pronunciate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo[1]. Negli Stati Uniti e in altri Paesi, c’è stato un acceso dibattito sulla PAS, all’interno del quale è emersa l’ipotesi di definizione di un nuovo concetto, il “disturbo da alienazione genitoriale” (PAD, Parental Alienation Disorder), proposto da William Bernet (uno tra i principali propugnatori dell’inserimento della PAS nella quinta edizione del DSM), e da questi sintetizzato in un articolo nell’ottobre 2008 sull’American Journal of Family Therapy[2].