La Mindfulness è la pratica di consapevolezza di Sé più conosciuta e studiata al mondo (con oltre duemila ricerche scientifiche pubblicate). Come confermato da numerosi studi, lo stato “mindful” porta numerosi benefici tra cui il riconoscimento, la regolazione e la riduzione dello stress, dell’ansia e della depressione, una percezione più consapevole ed accurata di sé stessi, una maggiore integrazione degli aspetti cognitivi, emotivi e corporei della persona, migliorando indirettamente anche la qualità della relazione con gli altri.
“Mindfulness” è la traduzione inglese della parola Sati in lingua Pali, che significa “attenzione consapevole”. Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn (1990), mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. Si tratta, quindi, di uno stato mentale connesso ad una particolare qualità dell’attenzione e della consapevolezza, in cui la persona è in una posizione di ascolto e osservazione delle proprie emozioni, sensazioni fisiche e pensieri accettandoli così come sono, senza cercare di modificarli, né bloccarli.
Perché essere mindful?
L’elemento base della mindfulness è costituito dalla consapevolezza del respiro e dall’osservazione del respiro stesso nella sua manifestazione nel corpo. Attraverso una pratica quotidiana di esercizi specifici derivati dalla meditazione buddista, la mindfulness permette alla persona di entrare in un atteggiamento di accettazione non giudicante che va intesa, in questo ambito, come un modo di essere sensibili alle esperienze quotidiane, a quello che ci accade, ovvero presenti; di risvegliarsi da una vita vissuta in modo automatico.
La pratica della mindfulness si propone, quindi, di sostituire, nella vita quotidiana, comportamenti reattivi, automatici e distruttivi con scelte consapevoli e appropriate al contesto.
Le vite fin troppo impegnate che conduciamo nella società odierna, dominate dalla tecnologia, che assorbono tutta la nostra attenzione, spesso producono un’attività frenetica che ci impegna in un ‘fare’ senza sosta, sacrificando lo spazio per respirare e semplicemente per ‘essere’, per sintonizzarci con noi stessi.
La mindfulness offre, quindi, un modo di essere consapevoli che può servire come via d’accesso a un modo più vitale di essere nel mondo, riportando la persona ad un naturale rapporto con la sua capacità di sentirsi e riconoscersi.
Quali benefici?
Disponiamo ormai di numerose evidenze relative al fatto che sviluppare questa capacità aiuti a ridurre aspetti sintomatologici di diversa natura. Essa è associata positivamente con una serie di indicatori di salute psichica, benessere psicologico, aumento della vitalità, stima di sé, soddisfazione nella vita, ottimismo, capacità di autonomia.
Numerosi studi scientifici (Bear et al., 2012; Geary, Rosenthal, 2011), infatti, hanno dimostrato che applicazioni specifiche della consapevolezza mindful migliorano la capacità di regolare le emozioni, riducono lo stress, i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress e dell’ansia), il testosterone (aggressività e violenza), la depressione (aumento della serotonina e dopamina), la tensione muscolare e psichica, nervosismo, ipereccitazione, ipertensione (diminuzione del’adrenalina e noradrenalina). Esse rafforzano anche il funzionamento del corpo: la sua capacità di guarigione, le risorse immunitarie, la reattività allo stress. Anche le relazioni interpersonali migliorano, forse perché la capacità di percepire i segnali emotivi non verbali degli altri può essere rafforzata e la capacità di sentire i mondi interni degli altri accresciuta.
Geary, Rosenthal, (2011) Sustained impact of MBSR on stress, well-being, and daily spiritual experiences for 1 year in academic health care employees, J Altern Complement Med. 2011 Oct;17 939-44
Ghiroldi S. (2018) Il Corpo e la riparazione del Sé, Alpes
Kabat-Zinn J. (1990) Full Catastrophe Living, A Delta Book
Siegel D.J. (2009) Mindfulness e cervello, Raffaello Cortina Editore